mercoledì 24 settembre 2008

martedì 16 settembre 2008


Nella mente di Garret:

<<Più volte la mia mente è stata attraversata da pensieri funesti ed immagini di morte. In altri tempi sarei già fuggito lasciando i miei compagni in balia delle oscure entità che tentano di bloccare il nostro cammino....ma ora, sento che le esperienze vissute sinora hanno forgiato il mio carattere come il fabbro plasma il ferro per farne taglienti lame. Posso mettere al servizio degli altri la mia capacità di muovermi silenzioso nelle ombre di queste caverne affinchè la nostra missione volga con successo al termine. Non sono più il semplice ladruncolo del porto, è adesso che debbo dimostrare a me stesso di cosa sono capace...Forza Garret è ora di agire! Solo così potrò mettermi alle spalle una vita di espedienti e di vigliaccate!>>


Nelle grotte

La prima cosa che vide fu il buio. Il buio nero della paura. La prima cosa che udì furono delle voci lontane che rimbalzavano nell’aria scura come inchiostro. Poi vide una luce viva che rompeva le tenebre ondeggiando qua e là. Illuminava una parete rocciosa… un cunicolo sotterraneo. La vista si fece più limpida. Una torcia nelle mani ad un uomo in armatura completa dilaniava l’oscurità. Un'altra torcia era tenuta in alto da un essere longilineo e nobile appartenente ad una razza che mai aveva veduto prima. Al suo fianco la figura, di quella che pareva una giovane ragazza, avanzava agile come una cerva e bella come la luna piena in una notte d’estate. Avanti a loro un ragazzo camminava leggero senza far rumore e al suo fianco una ragazza in arme stringeva nervosamente l’elsa di una delle sue spade conscia del pericolo e con occhi di fiamme scrutava la paura che gli avvolgeva. Non erano loro le voci che di stalattite in stalagmite balzavano qua e là inquietando l’animo. Sospiri, parole tronche, frasi spezzate s’accavallavano al gocciolio regolare dell’acqua. All’improvviso uno dei sospiri si fece urlo, una figura fumosa e nera come la notte senza stelle emerse da una parete e colpì. La mano aveva attraversato l’acciaio  dell’armatura, colpito l’uomo e si era ritratta, affogando nella roccia con tutto l’essere in uno sbuffo di fumo scuro. L’uomo sofferente si era inginocchiato e si teneva le mani sugli orecchi. Un fischio terribile gli trapanava la testa e ombre gli offuscavano la vista. Non aveva potuto evitare l’attacco, tutti erano stati colti di sorpresa e molti adesso erano in preda ad un brivido freddo lungo la schiena. Sembravano essere in balia di figure maligne che provavano un sadico piacere a torturarli, di spiriti che uscivano dalle pareti, colpivano e sparivano nelle tenebre della roccia. Alla paura e alla rabbia nessuno di loro pareva immune, ma quando il  compagno si fu ripreso continuarono a procedere verso l’ignoto.

Stolti che passeggiano verso la morte o intrepidi eroi verso un destino superiore? …

giovedì 11 settembre 2008

Prologo


Esiste un luogo, oltre le nebbie dell'abisso, oltre le insondabili ombre della follia e le terre dei dubbi dove la magia esiste, dove i guerrieri in armatura combattono per la gloria, dove l'oscurità fa tremare interi imperi e dove la luce si può nascondere anche nel più tetro cuore. Esiste un luogo che non potremmo mai abitare ma da cui giungono, attraverso i cunicoli inesplorati del sogno, epiche storie di guerre, passione, amore e morte.  E' in questo luogo che in una fredda notte in cui le stelle brillavano invisibili nel cielo, coperte da una candida nebbia, un piccolo essere con il suo liuto entrava in una delle tante taverne. Il locale chiassoso e fumoso, intriso dell'odore di carne arrosto, di tabacco e di vomito, era proprio il posto che cercava. Trasse un profondo respiro e andò a sedersi su di un vecchio panchetto di legno posto in un angolo della sala. Ordinò del sidro al ragazzetto  e iniziò ad accordare il proprio strumento. Quando gli portarono il boccale lo bevve sorseggiandolo gentilmente come fosse nettare divino, si asciugò la bocca con il dorso della mano e iniziò a narrare la sua storia accompagnandosi con il liuto. Quasi nessuno sembrava accorgersi della sua arte ma egli continuò come chi non parlasse per altri che per se stesso. Ma qualcuno nel nostro mondo era in ascolto, e sognava il piccolo essere avvolto ancora nel proprio mantello che parlava e cantava e le sue parole suonavano meravigliosamente armoniose e i fatti descritti si ben rappresentati ch'egli s'accorse di poter percepire gli odori dei luoghi narrati, di poter provare le sensazioni dei personaggi e di poter vedere esattamente ciò che loro vedevano. Fu così, in una sola notte, ch'egli visse un' avventura fantastica che non scrordò più per tutta la sua vita.  Questo è ciò che scrisse al suo risveglio ancora in  preda ad una forte emozione...

lunedì 8 settembre 2008

Lo fai? Sicuro? Mah,fammi un cercare,vai........


Inizia così una fulgida iniziativa per segnare i progressi della nostra campagna ambientata nel Faerun.

Prossimamente troverete la storia e le gesta di coloro che col ferro e la magia scrissero una fantastica avventura nel mondo piu' classico di D&D 3.5

Sedetevi comodi e aspettate le valorose gesta dei Pg...
(se mai ne compiranno una :)